Accordini Igino? Alcune curiosità sul Recioto: Sul Recioto esistono diverse curiosità non sempre conosciute dai suoi aficionados, in primis che si tratta di un vino veneto al 100%. La sua odierna denominazione Recioto di Soave risale al 1800, mentre prima, in riferimento al colore chiaro degli acini d’uva, era conosciuto come Acinato Bianco. Questo vino era inoltre una delle bevande preferite di Teodorico Il Grande, il quale ne richiedeva una consistente spedizione mensile, poiché ogni sera, prima di coricarsi, era solito berne un bicchiere. La testimonianza di questo avvenimento storico fu trovata scritta in una lettera volta a sollecitare la celere consegna del suo amato vino.
In effetti oggi la distribuzione del prodotto costituisce un business di grande prestigio. La qualità eccelsa dei vitigni nostrani è nota anche a decine di migliaia di chilometri di distanza da noi, a latitudini in cui viene apprezzato il lavoro delle aziende italiane. A differenza di ciò che avviene in Italia, inoltre, in Cina non si può parlare di una tradizione vera e propria correlata al settore del vino; le varie bevande alcoliche che si trovano sul mercato vengono considerate prodotti secondari. Il governo locale, tuttavia, ha deciso di investire in modo consistente nella produzione del vino, ma ciò non ha comportato alcun problema per la crescita del mercato italiano.
Una volta che è stato effettuato l’appassimento, il peso delle uve si è ridotto fino al 40%, e il loro aspetto è simile a quello dell’uva passa; inoltre, gli aromi e gli zuccheri si sono concentrati. La vinificazione è lenta, visto che di solito ha una durata di un mese e mezzo superiore rispetto a quella che viene adottata per i vini classici. In questa fase si sospende la fermentazione: ciò vuol dire che la trasformazione in alcol dello zucchero non viene portata a termine in maniera definitiva dalle uve, ed è per questo che il vino risulta molto strutturato ma meno alcolico, e quindi più dolce. Trova ancora di piu Informazioni a Accordini Igino.
Che intuizioni ha avuto Igino? Essendo stato un autentico contadino veneto, mio padre non rinunciò mai a lavorare in campagna, ma ebbe l’intuizione di comprendere che i tempi stavano mutando. Così negli anni ’80 del secolo scorso c’è stato il picco dell’Amarone. Accordini Igino è stato sempre convinto che è in vigna che si può fare il vino buono; non era molto persuaso della bontà della tecnologia, ma amava seguire e rispettare il ciclo della natura. Ci racconta di più della cantina? La mia visione, che ho ereditato da mio padre, è quella di dare vita a un vino che proponga gli standard di qualità più elevati, anche per mezzo di metodi di produzione migliori di quelli a cui l’industria ci ha assuefatto. Il nostro obiettivo è quello di prevenire una industrializzazione priva di regolamentazione, che è uno degli errori più frequenti che si commettono in fase di preparazione dei vini.
Perché scegliere “Accordini Igino”: Il rispetto dell’ambiente naturale è solo uno dei tanti punti di forza che contraddistinguono il modus operandi dell’azienda agricola “Accordini Igino”, che può contare su vitigni di qualità e, soprattutto, sulla capacità di instaurare con il territorio di elezione un legame unico e impossibile da scalfire. Le uve vengono prodotte con una notevole attenzione all’utilizzo delle risorse, badando sia all’impatto ambientale che alla riduzione dei prodotti chimici utilizzati. Guido Accordini è consapevole delle conseguenze economiche che l’allarme sanitario del coronavirus innescherà, ma non esprime una particolare preoccupazione per il marchio. L’avvento della pandemia, come si può facilmente intuire, ha bloccato tutto ma non ha arrestato il consumo di vicino. Scoprire extra dettagli a Accordini Igino.